Manuele Bertoli Un modo si trova – Pensieri, appunti e proposte di politica e altro

Iniziativa 1/12? Sì, certamente

I

L’iniziativa popolare 1/12, che chiede che in un’azienda il salario massimo non sia superiore a 12 volte quello minimo, pone all’attenzione della popolazione chiamata alle urne a fine novembre una questione di società di assoluto rilievo.

Dal profilo etico innanzitutto, poiché nessuno riuscirà mai a convincermi del fatto che vi sono persone, certamente bravissime, che lavorano, producono o semplicemente valgono oltre a quanto valgono altre dodici persone lavoratrici. Può darsi che un mercato malato, lo stesso che porta alle stelle il costo di alcuni vini particolarmente pregiati, buonissimi ma pur sempre fatti d’uva, o di alcune opere d’arte, bellissime certamente ma pur sempre dipinti o sculture, indichi un rapporto nettamente più elevato, 50 a 1, 100 a 1, ma si tratta di patologie del sistema che, almeno per i salari, la nostra società farebbe bene a bandire. Perché il lavoro è uno dei fattori fondamentali di una collettività, tanto centrale da meritare un rispetto ben più ampio di quello che oggi gli viene riconosciuto e, conseguentemente, una protezione effettiva da abusi che lo offendono come valore in sé. Io ho il privilegio di essere, con i miei 4 colleghi, alla punta della piramide dei salari dell’amministrazione cantonale ticinese, che conta oltre 7’000 dipendenti, e sono fiero di avere un salario che è ben al di sotto di dodici volte quello minimo. Se funziona presso lo Stato del Cantone Ticino non vi è alcuna ragione plausibile per la quale questo rapporto non funzioni altrove.

Dal profilo dell’equilibrio sociale poi, perché le distanze siderali in termini di retribuzione comportano distanze del tutto incolmabili nel modo di essere membri di una società, di avere un ruolo in seno alla collettività accanto a quello di altri. Giustificare salari che permettono ad alcuni di guadagnare in un anno di lavoro quel che altri guadagnano in una vita intera di fatica significa sancire l’esistenza di mondi del tutto incompatibili tra loro, dove chi guadagna molto e si trova in posizione dirigente non ha alcuna possibilità di comprendere cosa succede nel mondo reale, proprio quello dove si avvertono le conseguenze delle decisioni dei dirigenti, il quotidiano di oltre il 95% dei cittadini.

Dal profilo economico infine, perché nessuna delle persone super pagate ha mai assunto per sé un rischio minimamente paragonabile al salario stratosferico ricevuto e, anzi, spesso si è trovata nella necessità di giustificare con scelte a corto termine questa offesa al senso comune, con il risultato di non ragionare più a medio o lungo termine, come un’economia sana chiederebbe.

So bene che la norma è aggirabile, che racchiude anche una punta di populismo, che non è risolutiva, ma cionondimeno la voterò con convinzione, perché la situazione attuale di iniquità è manifesta. Interessante osservare come questa proposta, sostanzialmente semplice, venga dai giovani, da chi non ha ancora avuto modo, per fortuna, di abituarsi a certe storture di un sistema insano o semplicemente irragionevole.

Dovesse passare l’iniziativa perderemmo manager di punta con gravi danni per l’economia? Non credo proprio. Qualche “marziano” partirà, le vie dei mari sono aperte, arrivederci e auguri, ma non credo si farà fatica a trovare dirigenti competenti e al contempo capaci di “accontentarsi” di retribuzioni di tutto rispetto, ma non di un altro mondo.

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