L’iniziativa popolare dell’UDC che vuole nuove deduzioni fiscali per i genitori che accudiscono i loro figli, sulla quale voteremo a fine mese, si inserisce nel brutto trend che da ormai diversi anni propone di usare la fiscalità per politiche che poco o nulla hanno a che vedere con il fisco.
La stranezza più macroscopica di questa proposta è costituita dal fatto che alla deduzione fiscale proposta non corrisponde alcuna spesa. Qualsiasi contribuente prima di dedurre qualcosa dalle imposte deve spendere, siano essi interessi ipotecari, spese assicurative, premi di cassa malattia, spese professionali ecc. Nessuna deduzione compensa un mancato guadagno o una mancata spesa. Se decido di lavorare a metà tempo, lasciando libero il mio mezzo posto di lavoro e contribuendo a dar spazio a chi cerca lavoro, il fisco non ne tiene conto, per fortuna, perché il fisco è uno strumento del tutto inadatto per le politiche contro la disoccupazione. Se decido di non fumare, contribuendo a ridurre i costi sanitari generali, il fisco non ne tiene conto, per fortuna, perché non è con questo strumento che si gestiscono le politiche di salute pubblica.
Il fisco dovrebbe preoccuparsi di misurare la capacità finanziaria dei contribuenti, in modo che ognuno contribuisca tramite le imposte ai costi della collettività in maniera equa. Nel definire la capacità finanziaria è giusto tener conto di spese affrontate dai contribuenti, ma queste devono essere vere ed effettive. Anche le famiglie che affidano i loro figli ai servizi di accudimento deducono, fino a un certo importo, quello che spendono concretamente, in media tra i 4’000.- e i 6’000.- franchi annui, ma prima di dedurre devono spendere.
Con la proposta UDC alcune famiglie potranno invece dedurre dei costi mai sostenuti, ricevendo quindi in sostanza, tramite il fisco, un assegno familiare supplementare. Ingiusto perché dato solo a certe famiglie, quindi un chiaro privilegio solo per alcuni. Profondamente ingiusto perché in termini di imposte risparmiate l’assegno sarà più alto per i contribuenti con redditi elevati, quindi per chi non ne ha bisogno, e basso o nullo per i contribuenti normali. Senza contare il fatto che di questa deduzione assurda godranno anche le famiglie in cui entrambi i coniugi lavorano e che hanno la fortuna di poter contare sui nonni o i parenti per la custodia dei figli a costo zero.
La politica familiare merita ben di più di questo pasticcio fiscal-populista, un vero mostro tributario, un privilegio per alcuni, uno spreco di soldi nella misura in cui i beneficiari maggiori saranno i ceti abbienti. Una trovata finanziariamente di peso, se si pensa che solo per il nostro Cantone, compresi i Comuni, il costo, restando il quadro fiscale quello attuale, sarà di poco meno di 40 milioni, che magari dovremo andare a risparmiare proprio sulle strutture che invece sono elementi solidi di una politica familiare coerente e moderna.