Iniziamo a dire che gli unici che hanno dei vantaggi da tale concorrenza sono le persone molto abbienti, le uniche che hanno la concreta possibilità di cambiare Cantone, mentre l’immensa maggioranza dei cittadini di fatto non lo può fare. Per quasi tutti, infatti, la concorrenza fiscale tra i Cantoni è un’opportunità del tutto inesistente, che però si traduce in tagli di prestazioni e servizi se, in base ad un concetto servile dello Stato, i Cantoni si mettono in competizione gli uni con gli altri per strapparsi i contribuenti molto facoltosi, riducendo così le risorse pubbliche necessarie per le politiche fondamentali (scuola, sanità, socialità, mobilità, sicurezza ecc.). L’iniziativa popolare “per imposte eque”, su cui andremo a votare il 28 novembre, affronta di petto questo problema…
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