Manuele Bertoli Un modo si trova – Pensieri, appunti e proposte di politica e altro

I nodi al pettine

I

Nella non facile impresa di educare i miei figli, cerco come molti genitori di insegnar loro il principio della responsabilità per le proprie azioni. Se non studi arrischi di avere problemi a scuola: si può fare, ma se poi succede che la maestra non è contenta non ti devi meravigliare. Se non metti in ordine le cose non le ritrovi: non è obbligatorio essere ordinati, ma se poi le cose non saltano fuori quando ne hai bisogno dovrai perder tempo a cercartele.
Questo è sostanzialmente quello che ci obbligherà a fare il nuovo freno ai disavanzi: se vogliamo fare qualcosa di nuovo bisognerà prima trovare la copertura finanziaria, rispettivamente se le risorse per far quello che deve essere fatto non sono sufficienti dovremo ridurre le spese o trovare nuove entrate. Un meccanismo sano, salvo per quel che riguarda la maggioranza asimmetrica necessaria per attivarne le varie parti, usuale per le riduzioni di spesa e qualificata (2/3) per l’aumento del coefficiente cantonale.
Il sistema è legge da una settimana e già si vedono i soliti meccanismi tipicamente ticinesi mettersi in moto. Per il Corriere del Ticino, a firma Giovanni Galli, evocare la possibilità di dover far capo al coefficiente cantonale è male, bisognerebbe non parlarne, come del Diavolo. Soprattutto non ne parli il presidente del Governo, guai, presidente che forse dovrebbe trasformarsi in semaforo o spaventapasseri, fermo, bloccato, zitto. Per Lorenzo Quadri, leggo dal Mattino di oggi, è il preludio delle mani in tasca ai cittadini, quel fenomeno che i suoi due neocolleghi leghisti Borradori e Foletti hanno dovuto attivare a Lugano dopo che lui, Bignasca, Giudici e compagnia avevano conciato le casse della città da buttar via. Per la mia collega Sadis, leggo dalla stampa, è invece l’occasione di mettere i piedi avanti e dire che se la revisione delle stime darà qualche risorsa c’è già un progetto fiscale sul come usare queste risorse, invece di aiutarci a comprimere il disavanzo o di usarle per altro.
Non resta che attendere tranquillamente che i nodi arrivino al pettine, esattamente quando aspetto che mio figlio mi dica com’è andata a scuola dopo aver disertato lo studio o quando lo vedo cercare le cose per casa dopo aver lasciato le cose nel totale disordine: come dice la nuova legge, o sapremo trovare le risorse per finanziare quello di cui abbiamo bisogno, in primis quello che già facciamo come Stato, oppure si abbia il coraggio di dire cosa si intende tagliare. Io so da che parte stare.

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