Manuele Bertoli Un modo si trova – Pensieri, appunti e proposte di politica e altro

Il paese dei balocchi

I

Pubblicato sul Corriere del Ticino, ottobre 2010

Una delle cose che purtroppo la politica nostrana sta importando da oltre confine è la cosiddetta “politica degli annunci”, tanto cara al Governo del Belpaese: proclami roboanti seguiti dal nulla più totale.

Un bel esempio di questo modo di fare l’abbiamo avuto negli scorsi giorni, dopo l’incontro di mercoledì 6 ottobre tra Laura Sadis e gli esponenti dei partiti rappresentati in Parlamento. Il presidente della Lega Giuliano Bignasca se n’è uscito bel bello a dire che dal 2011, tra meno di tre mesi, ci sarà uno sgravio fiscale di 60 milioni, un aiuto supplementare per i sussidi ai premi di cassa malati di 25 milioni e l’amnistia fiscale. Ha anche spiegato, prima ai vari media e poi sul suo domenicale, che gli sgravi andranno fatti con il Preventivo 2011 e che si potranno legare assieme questi tre oggetti per evitare un referendum.

Strano che Marco Borradori non l’abbia informato il 2 ottobre, quando si sono incontrati per le elezioni, che nelle intenzioni del Governo il Preventivo 2011, che uscirà a giorni, non contiene nulla di tutto ciò. Strano anche che Bignasca non sappia che per fare queste cose per il 2011 non basta modificare il Preventivo, ma bisogna preparare qualche modifica di legge, che a tre mesi dall’inizio dell’anno è praticamente impossibile anche solo immaginare di mettere in vigore. Strano infine che Bignasca non sappia che un principio fondamentale della democrazia, quello dell’unità della materia, vieta di mettere assieme oggetti di natura diversa, di confondere il burro con la ferrovia.

Per fare un solo esempio di quanto l’annuncio fatto sia irrealistico mi limiterò a ricordare l’iter della famosa amnistia fiscale cantonale. Il 14 dicembre 2009, dieci mesi or sono, ci furono gli annunci altisonanti di PLR, PPD, Lega e UDC, i tre quarti del Gran Consiglio, che con un’iniziativa parlamentare chiedevano l’amnistia già per il 2010. Il 23 febbraio 2010 arrivò il messaggio del Governo. A tutt’oggi i proclami sono lettera morta, il messaggio galleggia in Commissione, l’amnistia non si farà per il 2010, semmai nel 2011, vedremo, chissà.

Peggio ancora per quel che riguarda la cassa malati. Nel settembre del 2009 proposi due misure a nome del PS. Per il 2010 un aggiustamento dei sussidi minimi e per il 2011 l’aumento dei limiti di reddito imponibile da fr. 32’000.- a fr. 34’000.- per le famiglie e da fr. 20’000.- a fr. 22’000.- per i singles. Un pacchetto da 9 milioni. Il Gran Consiglio diede il suo assenso solo alla prima proposta (2 milioni), mentre bocciò la seconda, che venne sostenuta solo dal PS, dai Verdi, da Guidicelli (PPD), da Seo Arigoni e da Brenno Martignoni (indipendenti). Immaginare di modificare queste prestazioni per il 2011 oggi, a meno di 3 mesi dall’inizio del’anno e con tutte le procedure per le richieste di sussidio già in corso, che sono decine e decine di migliaia, è semplicemente una presa in giro dei cittadini. Bisognava svegliarsi l’anno scorso, quando farlo era possibile, ma allora, tranne per i gruppi e i deputati appena citati, tutti hanno fatto orecchie da mercante, salvo accorgersi oggi, a 6 mesi dalle elezioni, che c’è un problema con  i premi.

Realisticamente, nel 2011 non ci saranno né sgravi, né nuovi sussidi di cassa malati. Certamente non un decreto che inglobi questi due argomenti tra loro estranei, perché farlo è semplicemente illegale. Ci sarà forse l’amnistia, sulla quale i cittadini si pronunceranno a seguito del referendum che lanceranno i socialisti e gli altri che vi si oppongono.

Tutto il resto è solo fumo, elargito in gran quantità nella speranza che gli elettori ci credano a pochi mesi dal rinnovo dei poteri cantonali. Anche Pinocchio credette alle promesse, quando gli venne assicurato che nel paese dei balocchi le vacanze durano tutto l’anno e che i ragazzi non hanno mai l’obbligo di studiare. Da credulone finì trasformato in ciuco e gettato dal ponte affinché con la sua pelle si potesse fare un tamburo. Poi alla fine, per sua fortuna, la storia finì bene. Ma quella è solo una bellissima fiaba, non la politica ticinese.

Manuele Bertoli Un modo si trova – Pensieri, appunti e proposte di politica e altro

Articoli recenti

Archivi