Manuele Bertoli Un modo si trova – Pensieri, appunti e proposte di politica e altro

Il senso dello Stato

I

“Il nostro Cantone ha un problema finanziario da molti anni.”

Dopo l’epoca degli sgravi fiscali e dei contemporanei tagli alla spesa (1997-2003), con fatica e grazie alla congiuntura economica si era ritrovata una certa serenità in questo ambito nella seconda parte dello scorso decennio. Poi la crisi economico-finanziaria ha cominciato a produrre i suoi effetti negativi e siamo tornati di nuovo a dover fronteggiare deficit rilevanti.
Lasciare andare i conti è sbagliato, come ben dimostra l’esempio della città di Lugano, che per anni ha dato lezioni volentieri a tutti per poi oggi trovarsi in gravi difficoltà. Da una parte perché c’era chi teorizzava il debito a oltranza, Giuliano Bignasca, dall’altra perché guai a toccare il moltiplicatore (una bella maggioranza, ovviamente senza la sinistra). Il risultato è la catastrofe mostrata l’altro giorno dal nuovo Municipio.
Ma c’è modo e modo di affrontare un deficit. Detto che nessuno è per gli sprechi, che vanno eliminati a prescindere da qualsiasi emergenza finanziaria, in realtà si deve scegliere tra avere uno Stato moderno, che offre una serie di prestazioni necessarie ed opportune finanziandole adeguatamente, o fare il minimo per non toccare le entrate per decisione ideologica. La prima scelta implica di chiedere ai cittadini anche un piccolo sforzo in più con le imposte, 10 franchi al mese per un contribuente medio, per andare avanti con una scuola di qualità, una sicurezza di qualità, dei servizi sociosanitari di qualità, dei trasporti pubblici di qualità, delle prestazioni finanziarie (sussidi cassa malati, prestazioni complementari, aiuti allo studio ecc.) di qualità. La seconda implica di tagliare pesantemente su queste prestazioni, con tanti saluti a chi ne usufruisce.
Il senso dello Stato chiede di non cedere alla seconda visione, riduttiva e di corto termine.
La scuola non ha certo necessità di nuovi risparmi, ma anzi di investimenti. La sicurezza, che potrebbe essere organizzata meglio con una struttura unica, anche dopo una simile riforma, che comunque prenderebbe anni, migliorerà in efficienza ma non costerà meno. Ridurre i contributi pubblici ai servizi sociali e sanitari dopo che Berna ci ha obbligato dal 2012 ad incrementarli di quasi 100 milioni all’anno per sussidiare gli ospedali privati, che prima non godevano di questo sostegno, sarebbe un paradosso. Senza contare le necessità crescenti in questo ambito, per esempio a seguito dell’invecchiamento della popolazione o di una miglior compatibilità famiglia-lavoro. Tagliare nei trasporti pubblici sarebbe un controsenso e vanificherebbe una politica che, in anni di sforzi, ha cercato finora di colmare i ritardi nell’offerta rispetto ad altre regioni della Svizzera; si potrebbero radunare le imprese di trasporto in una struttura unica, ne guadagneremmo in efficienza, ma probabilmente sui costi la fattura finale non si ridurrebbe. Restano le prestazioni finanziarie ai cittadini, elemento forte di una ridistribuzione di ricchezza che, se toccata significativamente, produce guai seri per chi ha meno risorse.
Su tutte queste cose e su altre bisogna costantemente vegliare a che i soldi pubblici siano ben spesi, bisogna avere il coraggio di abbandonare compiti non più prioritari (io di recente ho chiesto per esempio al Gran Consiglio di non più avere una Casa dello studente a Lugano), ma il buco strutturale nei conti non lo colmeremo con questa ordinaria e sana attenzione ai costi.
Le due visioni si sono confrontate, pacatamente, anche nel Governo cantonale, unito nell’obiettivo di ridurre il deficit ma non sulla strada da percorrere. Durante l’estate il Preventivo verrà affinato sul lato dei costi, si cercheranno anche entrate non fiscali (tariffe ecc.), ma alla fine la scelta politica sarà tra dei tagli pesanti da una parte o dei contenimenti fattibili e un lieve aumento delle imposte dall’altra. A meno che, alla fine, dopo un gran bla bla bla e tanti salti mortali retorici, vincerà l’aumento del debito pubblico.

Manuele Bertoli Un modo si trova – Pensieri, appunti e proposte di politica e altro

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