Alcuni movimenti giovanili si stanno organizzando per chiedere uno sforzo maggiore nel settore delle borse di studio, a partire dalla constatazione secondo cui la situazione finanziaria del Cantone è migliorata, per cui lo spazio per borse più generose ci sarebbe. Il ragionamento ha una sua fondatezza, considerato che anche in questo ambito in passato sono stati chiesti alcuni sacrifici, segnatamente permettendo al Consiglio di Stato di decidere se trasformare o meno 1/3 della borsa di studio per gli studenti di master in prestito. Dal 2015, su mia insistenza, il Ticino ha un’apposita legge inerente a queste prestazioni, che precedentemente erano decise in maniera quasi unilaterale dal Consiglio di Stato. I margini per migliorarla ci sono ed il mio Dipartimento sta studiando le misure possibili, di cui il governo discuterà tra qualche settimana in vista del prossimo anno scolastico. Va comunque detto che nel confronto intercantonale il sistema ticinese risulta tra quelli virtuosi, erogando prestazioni sopra la media nazionale. Su un punto la contestazione dei giovani risulta invece poco fondata, quando “rimpiange” il metodo di calcolo precedente, basato sul reddito imponibile, invece di quello attuale basato sul reddito disponibile. Il metodo del reddito imponibile è stato abbandonato da tempo quale parametro di riferimento per le prestazioni a carattere sociale, perché le diverse deduzioni fiscali introdotte a partire dai pacchetti di Marina Masoni hanno reso questo dato poco significativo quale misuratore della capacità finanziaria dei contribuenti. L’esempio che illustra bene questo fenomeno è quello della persona che dispone di fr. 150’000.– annui, investe fr. 120’000.– per una ristrutturazione energetica di casa propria deducendoli totalmente dalle imposte e si ritrova con un imponibile di fr. 30’000.–; un importo che non rappresenta la sua vera capacità finanziaria, ma che ai tempi in cui si usava il parametro del reddito imponibile gli permetteva di accedere alla borsa di studio. Furono proprio casi come questi ad indurre il parlamento, tutti d’accordo, a passare dal concetto di reddito imponibile a quello di reddito disponibile per l’erogazione delle prestazioni sociali e poi, più tardi, per quella degli aiuti allo studio. La critica secondo cui il nuovo sistema di calcolo non considera il ceto medio è anch’essa poco fondata, anche se andrebbe prima definito il concetto piuttosto “ballerino” di ceto medio. Facciamo tre esempi di applicazione del sistema oggi vigente per capirci. Con il sistema attuale una famiglia di 4 persone (coppia con due figli di cui uno all’università fuori Cantone) con entrate lorde annue per fr. 130’000.– e una sostanza netta di fr. 50’000.– potrebbe avere un reddito disponibile di ca. fr. 65’000.–; per questa famiglia la quota legale da destinare alla formazione del figlio ammonta a fr. 26’500.-, importo superiori ai costi di formazione di ca. fr. 22’000.-. In questo caso il Cantone non riconosce alcuna borsa di studio. Nel medesimo caso familiare ma con entrate lorde annue per fr. 100’000.–, il reddito disponibile diminuisce a ca. fr. 35’000.–; in questo caso la quota legale da destinare alla formazione del figlio è di fr. 11’500.–, per cui mancano fr. 10’500.– per coprire i costi di formazione di ca. fr. 22’000.–. Questa lacuna di reddito viene colmata dalla borsa di studio, che sarà di fr. 10’500.–. Infine, sempre prendendo la stessa famiglia ma stavolta con entrate lorde annue per fr. 70’000.–, il reddito disponibile diminuisce a ca. fr. 10’000.–; in questo caso la quota legale da destinare alla formazione del figlio è di fr. 3’000.–, per cui mancano ben fr. 19’000.– per coprire i costi di formazione di ca. fr. 22’000.–. In questo caso la borsa riconosciuta dal Cantone sarà quella massima di fr. 16’000.–, alla quale potranno aggiungersi fr. 3’000.– di prestito. Aggiungo che, grazie alle generose deduzioni fiscali ticinesi per figli agli studi, la prima famiglia, quella che non prende alcuna borsa, avrà un beneficio in termini di minori imposte più elevato di quello della seconda e decisamente più elevato di quello della terza. La combinazione di borse di studio e di deduzioni fiscali per figli agli studi allarga quindi gli aiuti statali in questo ambito. Gli aiuti allo studio vanno sempre adattati alla situazione e possono essere potenziati, ma questo processo va fatto sulla base di calcoli ben calibrati, per evitare che il risultato finale sia diverso da quello desiderato. Per lavorare in questa direzione io ci sono.
Le borse di studio e il ceto medio
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