Ha ragione Giancarlo Dillena quando (CdT del 23 marzo) ci ricorda che di questi tempi la disciplina viene riscoperta come valore. Non si tratta di riscoprire vaghi concetti militareschi, ma di mettere in pratica con un comportamento rigoroso e rispettoso la solidarietà, che passa anche dal comportarsi correttamente per non creare problemi agli altri.
Ma ad essere riscoperto come elemento forte di risposta collettiva ad un problema grave è oggi soprattutto lo Stato, che deve dare prova di sapersi curare di tutti gli interessi della società colpiti duramente dall’epidemia. Le prime mosse economiche del Consiglio federale sono molto positive, anche se sappiamo che essendo state studiate e decise in pochi giorni lascieranno inevitabilmente dei buchi di protezione ai quali non si è ancora pensato o che non si sono ancora registrati. Ed è qui che possono e devono agire i Cantoni, con un sostegno complementare alle misure federali, e poi a loro volta anche i Comuni, con altre misure più locali e più dettagliate.
Lo Stato è intervenuto qualche anno fa per salvare il sistema bancario e lo sta facendo adesso per tenere assieme un Paese che, dopo la paura per la salute e purtroppo anche la scomparsa di chi non ce l’avrà fatta, dovrà riprendersi in fretta. L’equilibrio delle misure che man mano saranno prese sarà fondamentale, per evitare che si dia anche solo l’impressione che alcune cose siano più importanti di altre, che certi interessi valgono di più mentre altri possono attendere.
E se aver provato sulla propria pelle cosa significa aver bisogno servirà in futuro ad essere meno cinici verso le politiche redistributive, che aiutano chi esprime bisogni anche quando la pandemia non c’è, allora quel valore di solidarietà che oggi ci fa essere disciplinati e che ci fa essere fiduciosi verso le misure economiche straordinarie avrà dato i suoi frutti migliori. Assieme ce la faremo è un concetto che deve valere sempre, non solo nei momenti di emergenza.
Marzo 2020