Manuele Bertoli Un modo si trova – Pensieri, appunti e proposte di politica e altro

Nell’interesse dell’ambiente, della socialità, della scuola

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In un suo recente appello di voto, il presidente del PLRT ha detto che per il bene del nostro Cantone non si può accettare un Governo senza due liberali radicali. Nelle condizioni attuali questo significherebbe un Consiglio di Stato completamente di destra, una rarità nel nostro panorama nazionale, qualcosa di poco svizzero, tanto per restare a un concetto caro al presidente Caprara usato a intermittenza, solo quando serve.

Ma quali potrebbero essere le conseguenze nell’immediato di una simile scelta?

Si comincerebbe con il Preventivo 2020 e con una certa idea di applicazione della riforma della fiscalità delle imprese. Se in maggio il popolo dovesse accettare, come io auspico, la soppressione dei regimi fiscali agevolati, quelli che oggi fanno pagare alle holding, alle società di amministrazione e ausiliarie la metà o meno della metà dell’aliquota ordinaria, la tassazione delle aziende dovrà basarsi su un’aliquota unica. Per evitare che delle importanti imprese a tassazione agevolata partano dal Ticino (purtroppo siamo ancora in un regime di assurda concorrenza fiscale tra i Cantoni) causando una significativa perdita per l’erario, per conformarci alla riforma federale sarà possibile diminuire l’aliquota cantonale per le persone giuridiche, con una riduzione del dovuto a carico delle imprese a tassazione ordinaria (che oggi pagano al Cantone il 9%) e un aumento degli esborsi per quelle a tassazione agevolata (che oggi pagano dal 2% al 4%). Dai dati in mio possesso, questa revisione potrebbe essere decisa sostanzialmente a costo zero, quindi senza incidenze sui conti cantonali.

Ma la bozza di progetto sul tavolo del Governo uscente, che ci si è ben guardati dal tematizzare troppo in attesa della decisione popolare di maggio e soprattutto delle elezioni di aprile, prevede di aggiungere a questa riforma anche una bella ciliegina che con la riforma non ha nulla a che vedere: uno sgravio fiscale del 5% per tutti, persone fisiche e persone giuridiche, un provvedimento dal costo annuale pesante, 75 milioni per le casse cantonali, senza alcuna contropartita di altra natura.

La logica delle priorità asimmetriche, che favoriscono i ceti alti e medio-alti, appesantiscono inutilmente i conti pubblici e ci riportano al periodo dei risparmi e tagli pagati soprattutto dagli altri cittadini sarebbe servita. Proprio ora, che siamo usciti da una stretta finanziaria che ci ha accompagnato per anni e anni, il rischio di tornare sottacqua è concreto. E allora addio alle politiche che richiedono investimenti di un certo livello, sui temi ambientali, sociali, della formazione, si tornerà a far di conto e al piccolo cabotaggio che ha caratterizzato gli ultimi 20 anni, a partire dai primi pacchetti fiscali della seconda parte degli anni ’90 e dei pacchetti di risparmio che hanno seguito a ruota.

Per evitare di tornare al “non si può fare perché mancano le risorse” è opportuno anche che nel Governo si possa contare su una presenza di sinistra: tocca agli elettori decidere, ma è bene che sappiano cosa li aspetta dall’8 di aprile in avanti.

Pubblicato su La Regione e FaceBook, marzo 2019

Manuele Bertoli Un modo si trova – Pensieri, appunti e proposte di politica e altro

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