Manuele Bertoli Un modo si trova – Pensieri, appunti e proposte di politica e altro

Per uscirne migliori

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La pandemia ha messo a dura prova la razionalità, il coraggio e la forza d’animo di tutti noi, costretti, chi per mandato, chi per dovere professionale e chi per forza, ad affrontare quotidianamente scelte non facili. E purtroppo quanto capitato nei primi mesi di quest’anno non si può escludere che potrebbe ripetersi ancora nei prossimi mesi. È stata una prova dura e per alcuni, provati da un improvviso lutto, ancor di più. Sono stati giorni difficili, anche perché hanno minato non poche presunte certezze, riproponendo scenari che ricordavano quanto capitato all’inizio del secolo scorso, dunque fuori dall’esperienza diretta di chiunque, ad eccezione dei centenari. E davvero pochi, per quanto alcuni allarmi siano stati lanciati, potevano immaginare un pericolo tale da costringere tutti all’isolamento forzato.

Il peggio, ci dicono gli esperti, dovrebbe essere alle nostre spalle. Per questo stiamo tutti un po’ ripartendo e a fine agosto dovrà farlo anche la scuola. L’anno scolastico 2019/2020 resterà a lungo nella nostra memoria, perché ha evidenziato le forze di questa grande istituzione in questo tempo sospeso tra incertezza e precarietà, ma inevitabilmente ne ha anche mostrato le debolezze.

Certo le emozioni intense vissute da inizio marzo ad oggi lasceranno una traccia più o meno marcata nel cuore e nella mente, ma è dando fiducia alla ragione e alla ricerca scientifica che siamo riusciti a superare, almeno parzialmente, un’esperienza unica nel suo genere. Non dovremmo mai dimenticarlo.

È stata complicata, ma abbiamo imparato molto. Dovremmo soprattutto aver capito che dobbiamo tornare a fidarci della scienza e della ragione, partendo dal metodo che queste ultime ci hanno insegnato, seppur con la necessità di un confronto critico tipico di una società democratica. E almeno in ugual misura dovremmo aver capito che la politica deve tornare a svolgere con più forza il proprio ruolo di intermediazione fra le istituzioni e le esigenze dei cittadini, un ruolo imprescindibile, pena la barbarie. Solo l’esercizio della cosa pubblica, che è cosa di tutti, può trovare quei giusti equilibri a garanzia del benessere diffuso ed equamente ripartito, perché senza democrazia e senza politica, in tempi di crisi come in tempi di vacche grasse, prevale solo la legge del più forte e del meglio dotato.

La scuola pubblica, realtà tutto sommato recente se paragonata alla storia dell’umanità, è stata una scelta politica che ha saputo vedere nella formazione garantita a tutti i ragazzi la condizione essenziale per lo sviluppo armonioso della società. Anche perché il sapere contribuisce a far vivere meglio gli uomini, e se di qualità, se umanamente e tecnologicamente avanzato, la fa progredire.

Anche a fronte delle immancabili cassandre abbiamo fatto il possibile affinché la scuola rimanesse disponibile nel migliore dei modi persino in tempi di pandemia conclamata. Come andrà a settembre, quando le allieve e gli allievi dovranno tornarci dopo l’estate, ancora non lo sappiamo. Quel che è certo è che la ripresa delle lezioni avverrà in un tempo ancora incerto, con le attività economiche ancora in affanno e con un mondo del lavoro e sociale afflitto da non pochi problemi. Per questo, ancora una volta, anche dal 31 agosto dovrà prevalere la razionalità, la capacità di adattamento e la buona volontà di tutti gli attori coinvolti nel sistema educativo, che stiamo man mano ascoltando in queste settimane. Non abbiamo alternative a un buon lavoro comune, perché tutti lo dobbiamo agli allievi.

Giugno 2020

Manuele Bertoli Un modo si trova – Pensieri, appunti e proposte di politica e altro

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