Pubblicato su Area, dicembre 2006
Dopo tre Preventivi particolarmente combattuti e seguiti da altrettante votazioni popolari, il Preventivo 2007 non ha suscitato quel clamore e quell’attenzione che avevano catalizzato l’interesse politico negli scorsi anni. I motivi di questa strana calma sono diversi.
Da un lato le elezioni sono alle porte e la maggioranza politica favorevole ai tagli, dopo la scoppola popolare dello scorso 12 marzo, ha pensato bene di soprassedere ad ulteriori prove di forza. I conti sono un poco migliorati, segnatamente alle entrate dopo il parziale dietro front sugli sgravi del Preventivo 2005, e anche se siamo ben lontani dal risanamento ciò ha permesso di tirare un poco il fiato, concedendo al dibattito politico sulle finanze pubbliche una pausa di riflessione.
Poi vi è la nuova situazione in cui si trova Marina Masoni, fino all’altro ieri vera anima della politica dei risparmi. Dopo il Fiscogate la sua posizione si è fatta incerta e ciò evidentemente ha avuto un effetto concreto sulla tensione che fino ad ora aveva caratterizzato il clima in Governo. Da anatra zoppa non riesce ad avere più la forza politica che aveva in precedenza, anche se in caso di rielezione le cose potrebbero cambiare un poco.
Ma soprattutto vi è che la gran parte degli spazi di manovra sono ormai stati perlustrati ed hanno prodotto quel che potevano dare. Le limature qua e là sono in vigore da anni un po’ in tutti i settori, lo scarico di costi sui Comuni ha portato ad un confronto con queste istanze che non può essere spinto oltre senza creare fratture, i tagli nel sociale e nella scuola hanno avuto una chiara risposta popolare negativa, i tagli nelle prestazioni alle persone, come i sussidi di cassa malattia, sono stati fermati dai giudici e sia con il personale che nel settore delle nuove entrate è in vigore un accordo che durerà fino al 2007. Difficile trovare altri spazi di risparmio di un certo peso che non coincidano con delle rinunce vere e proprie di compiti pubblici.
L’autofinanziamento è grossomodo a zero, ma il pareggio di bilancio è lontanissimo. Per questo la politica finanziaria sarà al centro del confronto anche per tutta la prossima legislatura e probabilmente della campagna elettorale.
Che atteggiamento avere di fronte a questo nodo politico difficile e complesso? Il nostro sistema di concordanza e di diritti popolari impone una soluzione ampiamente condivisa, senza forzature da una parte e dall’altra. Siamo condannati a trovare compromessi accettabili, che non incidano sulle politiche più delicate e che sappiano recuperare a medio termine almeno una parte degli sgravi fiscali inutili degli ultimi 12 anni. Tutti passi difficili, che finiranno quasi certamente davanti al popolo mediante il sistema dei referendum incrociati. Altre strade realisticamente proponibili non ne esistono.
Un tiro alla fune tra due visioni contrapposte del ruolo dello Stato, che non si risolverà con uno strattone a favore dell’una o dell’altra squadra, ma con una lenta prevalsa di una delle due. Affinché la nostra squadra, quella di chidifende gli interessi della coesione sociale di questo Cantone, possa continuare in questa lotta estenuante abbiamo bisogno che esca rafforzata dal voto di aprile. La politica è scontro di idee, ma spesso anche una questione di numeri.
Quelli della manifestazione contro l’esautorazione di Patrizia Pesenti, quelli dei NO nelle urne nei referendum sui tagli, quelli delle elezioni federali 2003 e speriamo anche quelli del prossimo 1. aprile.