Manuele Bertoli Un modo si trova – Pensieri, appunti e proposte di politica e altro

Quando la politica finisce in tribunale

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Pubblicato su Area, novembre 2006

Sono passate due settimane da quando il Tribunale cantonale delle assicurazioni ha, molto opportunamente, rimesso la chiesa al centro del villaggio nella questione dei tagli ai sussidi di cassa malattia ed ha ripristinato la situazione legale precedente al decreto esecutivo “ammazzasussidi” in vigore dal 2006.

La prima conseguenza della sentenza è stato l’immediato riconoscimento del maltolto a partire dal prossimo anno; migliaia di cittadini si vedranno annullati gran parte dei tagli a queste prestazioni a partire dal 1 gennaio 2007.

Più difficile è invece la situazione per quanto riguarda la restituzione di quanto non versato nel 2006, perché bisogna rivedere tutte le decisioni individuali. Si invoca la presunta difficoltà amministrativa di procedere a migliaia e migliaia di ricalcolazioni, ma si omette di dire che tali calcoli potrebbero essere fatti unitamente a quelli inerenti il 2007.

Noi continuiamo a ritenere che gli importi sottratti siano del tutto dovuti e, come finora abbiamo perseverato con i ricorsi, ci batteremo affinché ciò avvenga, se del caso invitando i cittadini a far uso del diritto di richiedere i sussidi negati retroattivamente.

La cosa politicamente triste di questa vicenda è che, per arrivare al ripristino della legalità, ci siamo dovuti rivolgere ai giudici. Prima al Tribunale federale, con un ricorso di diritto pubblico dichiarato irricevibile, poi al Tribunale cantonale delle assicurazioni, attraverso il sostegno dei casi personali di alcuni cittadini.

Mentre i tribunali lavoravano, la politica faceva orecchie da mercante. La maggioranza politica liberal-pipidina ha fatto finta di nulla, ha girato la faccia dall’altra parte, ha tenuto nel cassetto la nostra iniziativa parlamentare del giugno 2005, ha coperto l’abuso della maggioranza di Governo. Solo il tribunale ha finalmente saputo riconoscere quanto la politica ha tentato di insabbiare.

Brutta pagina politica, oltre che pessima figuraccia per chi si è nascosto dietro una delega che non delegava.

A mettere la ciliegina sulla torta è poi arrivato Fabio Pontiggia, che in un’ardita arrampicata sui vetri ha tentato di giustificare l’ingiustificabile. Secondo la teoria presentata sul Corrierone del 3 novembre, i giudici, a suo dire, avrebbero “dimenticato” che il Gran Consiglio, respingendo un emendamento socialista al Preventivo 2006, avrebbe di fatto avallato i nuovi tetti di reddito per l’accesso ai sussidi. Purtroppo per il funambolico Pontiggia, il Preventivo è un documento finanziario, non va confuso con le leggi, serve a capire quanto si prevede di spendere per i diversi compiti statali, non a fissare diritti o doveri.

Non contento della gaffe, sempre dalle pagine del Corrierone il 7 novembre il collaboratore di Marina Masoni ha tirato fuori gli esempi che dimostrerebbero come a beneficiare dei sussidi siano anche persone con redditi di un certo peso. Ma se Pontiggia ha ragione nel chiedersi se è giusto che persone che hanno un reddito lordo di fr. 100’000.- debbano beneficiare di sussidi sociali solo perché, grazie alle deduzioni, riescono a ridurre il loro imponibile a fr. 30’000.-, io mi chiedo perché questo ragionamento non debba valere anche per le imposte.

E’ davvero normale che, grazie agli sgravi fiscali, uno che guadagna quasi fr. 8’000.- al mese paghi le tasse su soli fr. 30’000.-? E se il parametro fiscale fosse davvero equo, perché esso diverrebbe improvvisamente iniquo quando lo si usa per calcolare i sussidi sociali?

Manuele Bertoli Un modo si trova – Pensieri, appunti e proposte di politica e altro

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