Manuele Bertoli Un modo si trova – Pensieri, appunti e proposte di politica e altro

Scuola che verrà: Bühler e i suoi mantra

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Ringrazio il signor Bühler per la sua presa di posizione [pubblicata su Ticinonews il 29.8.2018] che mi permette di fare chiarezza su un punto che evidentemente non è chiaro e che – sperando di turlupinare il cittadino – viene subdolamente martellato da lui e altri referendisti come un mantra al fine di insinuare il dubbio che la maggior parte dei docenti non abbiano partecipato al processo di costruzione del progetto di riforma La scuola che verrà e che non appoggino la sperimentazione del progetto.

Capisco che Bühler possa non saperlo, ma in fase di consultazione i docenti si sono espressi in molti modi. Lo hanno fatto (1) attraverso delle prese di posizione collettive espresse dal collegio docenti del proprio istituto, che è l’organo ufficiale che rappresenta i docenti di una determinata sede scolastica. Lo hanno fatto (2) individualmente nel corso degli incontri diretti avuti con i responsabili dipartimentali nell’ambito degli incontri con tutti – sottolineo tutti – gli insegnanti della scuola dell’obbligo per presentare il progetto di riforma e raccogliere le opinioni dei docenti (incontri che sono stati verbalizzati e che hanno dunque fatto parte a tutti gli effetti della consultazione). Lo hanno fatto (3) attraverso le numerose associazioni magistrali presenti nel nostro cantone, associazioni che – lo ricordo – hanno portato la propria adesione alla versione definitiva del progetto prima che questo approdasse e venisse approvato con alcune ulteriori modifiche dal Gran Consiglio. Infine, lo hanno fatto (4) esprimendosi a titolo personale utilizzando il formulario online.

Quest’ultimo mezzo, tra l’altro, era a disposizione della popolazione tutta. Anche Bühler avrebbe potuto contribuire con i suoi commenti al miglioramento della versione iniziale del progetto. Constato invece che lui, come pure UDC, Lega, Piero Marchesi, Lorenzo Quadri e la maggior parte delle poche persone che oggi si esprimono pubblicamente contro il progetto – peraltro facendo spesso erroneamente riferimento a questioni vecchie e ormai definitivamente sorpassate – non abbiano partecipato in nessun modo alle consultazioni.

Detto quanto sopra, non è affatto sorprendente che solo parte dei docenti abbiano utilizzato il particolare canale del formulario online per esprimere il proprio parere. Anzi, è semmai positivamente sorprendente che nonostante la partecipazione alla consultazione fosse facoltativa, ben 700 docenti abbiano utilizzato questo specifico canale oltre o al posto degli altri canali disponibili per esprimersi.

In questo senso, il mantra che l’86% del corpo docenti non ha preso parte alle consultazioni utilizzando il particolare canale del formulario online come argomento è poca cosa. L’importante non è il mezzo specifico che i docenti hanno scelto per partecipare alla consultazione, ma il fatto che una gran parte di loro si sia espressa in un modo o nell’altro e abbia così contribuito attivamente a migliorare il progetto.

È stato infatti in buona parte proprio grazie al prezioso e ricco contributo dei docenti alla seconda fase di consultazione che abbiamo proceduto a modificare la versione iniziale del progetto, facendo tesoro dei suggerimenti e delle critiche costruttive ricevute e migliorandolo in maniera considerevole. La versione finale che si propone ora di mettere alla prova è descritta nel Messaggio governativo nr. 7339 del 5 luglio 2017, con l’aggiunta delle modifiche proposte nel Rapporto di maggioranza della Commissione scolastica del 26 febbraio 2018, e tiene conto seriamente di quanto espresso dai docenti.

Non per nulla molti docenti in questi giorni si sono espressi, individualmente o tramite associazioni varie, a sostegno della sperimentazione che, se approvata il 23 settembre, ci permetterà di ottenere dati preziosi volti a verificare se – come abbiamo ragione di credere – grazie a una maggiore vicinanza tra docenti e allievi potremo rafforzare ulteriormente la qualità della scuola dell’obbligo ticinese.

Non credo che Bühler e gli altri siano arrivati alla fine di questo articolo. Dopotutto stanno dimostrando con i loro interventi che a loro i fatti e le misure proposte nel progetto La scuola che verrà interessano ben poco: l’importante è insinuare il dubbio e martellare strane interpretazioni della realtà nella testa della gente pronta a lasciarsi soggiogare senza porsi domande. Io non chiedo credulità. Auspico che la popolazione ticinese sia correttamente informata sui contenuti chiave del progetto di riforma al fine che si possa esprimere con cognizione di causa in merito all’opportunità di sperimentarlo. Trovate tutte le informazioni sul sito www.ti.ch/lascuolacheverra.

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