Pubblicato su Area, agosto 2006
Rispetto agli scorsi anni, la ripresa a pieno regime dell’attività politica di questa fine estate presenta una novità che marcherà i mesi che ci separano dalle elezioni cantonali del prossimo aprile: il Preventivo 2007 sembra essere stato messo a punto senza il travaglio e la conflittualità che hanno contraddistinto la stessa operazione durante le scorse estati. Nessuna defenestrazione, come per il Preventivo 2004, nessuna trattativa serrata ed estenuante, come per il Preventivo 2005, nessun ripensamento unilaterale, come per il Preventivo 2006.
Sarà per la batosta subita dalla maggioranza il 12 marzo, sarà per l’avvicinarsi delle elezioni, sarà per l’assenza di Marina Masoni per quasi 6 mesi,, comunque le cose sembrano andare meglio, molto meglio.
Anche se per un giudizio politico completo attendiamo la proposta definitiva del Governo, non vi è dubbio che quanto successo negli ultimi mesi sia una dimostrazione, almeno parziale, del fatto che lavorare tenendo conto degli interessi di tutti è possibile, se non auspicabile. L’unilateralità con la quale una maggioranza in Governo e Parlamento ha imposto gli sgravi fiscali prima e i tagli poi si è scontrata duramente il 16 maggio 2004 ed il 12 marzo 2006 con il giudizio popolare. Anche il voto favorevole, seppur di misura, al Preventivo 2005 dell’8 maggio 2005 aveva in fondo confermato questa tendenza.
Ad uscire perdenti dal duro confronto sulle finanze pubbliche sono state le ipotesi estreme, sia da un lato che dall’altro. Coloro che intendevano ridurre la portata dell’intervento pubblico facendo venir meno le risorse necessarie a rispondere ai bisogni della popolazione sono stati bloccati, se non sconfitti. La loro strategia ha funzionato a metà, quando si è trattato di imbonire la popolazione con la riduzione delle tasse, oltretutto andata in massima parte alla parte più benestante della società ticinese, ma al dunque, al momento dei tagli, si è inceppata. Anche la strategia opposta, volta a chiedere il sostegno popolare al ripristino della pressione fiscale precedente ha subito un rovescio.
Nel nostro sistema politico siamo condannati a trovare soluzioni che godano di un consenso consistente. Ci vuole pazienza, a volte cocciutaggine, a volte capacità di mediazione, ma è l’unica strada realmente percorribile.
La relativa calma sul fronte della politica finanziaria avrà anche come probabile effetto lo spostamento del’attenzione politica su altri fronti, per troppo tempo relegati in secondo piano. Scelte cantonali, ma anche nazionali, come la politica verso gli stranieri e l’asilo, i costi della salute, la socialità e l’ambiente. Una buona occasione per riparlare di politica a tutto campo, in questo semestre elettorale che man mano andrà riscaldandosi.
Il PS è pronto per un confronto aperto sulle idee, per ribadire le proprie posizioni e scelte di campo. Con la speranza che le cittadine ed i cittadini sappiano mantenere la bussola nel molto fumo che da qui al 1° aprile prossimo verrà prodotto sulla scena politica cantonale, soprattutto da chi, senza idee né indirizzi chiari, conta solo o quasi su un’improbabile facciata dietro la quale c’è ben poco.